LIVORNO PORT CENTER | Porti & dintorni. Cosa fa la portualità internazionale per reagire alla crisi. Numero 7
Livorno Port Center is an educational center with an interactive multimedia lab, a library and a vessel showroom. Il Livorno Port Center è un centro educativo-espositivo con un laboratorio multimediale interattivo, una biblioteca ed un'esposizione di navi.
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Porti & dintorni. Cosa fa la portualità internazionale per reagire alla crisi. Numero 7

23 Giu Porti & dintorni. Cosa fa la portualità internazionale per reagire alla crisi. Numero 7

Questa settimana, con un nuovo titolo, ma proseguendo la stessa linea di report informativi iniziata con i precedenti numeri del “Barometro”, ci soffermiamo sul contesto nazionale italiano.

Il premier Giuseppe Conte ha chiuso gli stati generali dell’economia andati in scena a Villa Pamphilj a Roma ma di porti e infrastrutture praticamente non si è sentito parlare. Né tanto meno è stato affrontato e discusso il programma “Italia veloce” che la ministra dei trasporti, Paola De Micheli, e il suo dicastero avevano preannunciato nei giorni scorsi che sarebbe stato presentato nel corso dell’evento. Secondo le prime indicazioni che erano emerse lo scorso 13 giugno, “Italia veloce” avrebbe dovuto rappresentare una raccolta di interventi infrastrutturali per sbloccare l’Italia attraverso una corsia preferenziale in grado di ridurre le lungaggini burocratiche che tengono spesso in stand by le opere per cui i soldi pubblici sono stati già stanziati. “Italia veloce” doveva essere un progetto in grado di movimentare fino a 200 miliardi di euro di opere, di cui 130 già stanziati, da mettere in circolo e realizzare entro 15 anni per ravvivare la domanda interna e il Pil. Di questi, 4 miliardi riguardano opere nei porti. Oltre 54 per strade e autostrade, 20 per il trasporto rapido di massa comprese le metropolitane e 3,6 miliardi per gli aeroporti. Quali fossero le opere specifiche individuate negli scali marittimi non era stato reso noto e dunque la curiosità è destinata a rimanere tale ancora per un po’. In un’intervista a La Repubblica la ministra De Micheli aveva detto che Italia Veloce “non è un trattato filosofico, ma un elenco preciso di opere (ferroviarie, aeroportuali, marittime e stradali), ciascuna provvista di cronoprogramma, coperture, iter per portarle a compimento” e che “lì dentro ci sono cifre, cartine, processi e tempi” dell’attuazione del piano. Nel breve termine, però, questo piano sembra destinato a rimanere un disegno sulla carta poiché, come evidenzia oggi Il Corriere della Sera, agli Stati Generali di “Italia Veloce” non si è parlato nonostante fosse l’occasione giusta per un rilancio in grande stile della programmazione infrastrutturale nazionale. Le ragioni per cui questo piano annunciato dal dicastero di Porta Pia tardi a emergere ufficialmente sarebbero riconducibili, secondo il quotidiano milanese, a contrapposte visioni all’interno della maggioranza. Da un lato il premier Conte vorrebbe privilegiare una linea d’azione fondata sull’esperienza del ‘modello Genova’ che preveda di affidare ai commissari la realizzazione delle grandi opere strategiche. La ministra De Micheli, invece, pare maggiormente propensa a una semplificazione dell’attuale Codice degli appalti (quello riformato dal suo predecessore Delrio) tramite un regolamento unico.  Nel frattempo i porti italiani e le relative Autorità di sistema portuale (riunite in Assoporti) che speravano di ricevere poteri commissariali per poter sbloccare l’avvio di opere i cui lavori sono già finanziati dovranno ancora attendere (da www.ShippingItaly.it ).

Sia a livello europeo che a livello mondiale le diverse realtà dello shipping si sono attivate per cercare di analizzare il contesto della crisi (post)Covid-19 e cercare risposte di breve e medio termine alle difficili sfide che si prospettano per la ripresa del settore.

I porti del sistema dell’Alto Tirreno stanno contribuendo in vario modo a questa attività, collaborando con le istituzioni locali e territoriali e con le associazioni internazionali stesse.

AdSP MTS ha creato una sezione dedicata nel proprio sito istituzionale (Osservatorio Covid-19), come del resto altre istituzioni omologhe e associazioni operanti nei vari settori della portualità.

Il Livorno Port Center, coerentemente alle proprie funzioni di centro di diffusione della cultura e delle attività marittimo-portuali, proporrà, nelle prossime settimane, aggiornamenti periodici sulla panoramica internazionale, con un focus particolare sull’interazione porto-città e sugli aspetti socio-economici presi in esame nelle newsletter delle diverse associazioni internazionali.

Parte degli aggiornamenti che verranno pubblicati saranno in lingua inglese: attingeremo direttamente alle fonti, con l’intento di dare maggiore risalto e maggiore diffusione a notizie che hanno appunto respiro internazionale.