LIVORNO PORT CENTER | Porti & dintorni. Cosa fa la portualità internazionale per reagire alla crisi. Numero 54
Livorno Port Center is an educational center with an interactive multimedia lab, a library and a vessel showroom. Il Livorno Port Center è un centro educativo-espositivo con un laboratorio multimediale interattivo, una biblioteca ed un'esposizione di navi.
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Porti & dintorni. Cosa fa la portualità internazionale per reagire alla crisi. Numero 54

31 Mag Porti & dintorni. Cosa fa la portualità internazionale per reagire alla crisi. Numero 54

Tre scenari a lungo termine per l’era post-Covid in un gradatum di ottimismo (o pessimismo) nella previsione della ripresa economica globale. ShipMag propone un sunto del documento previsionale 2021 pubblicato dall’International Transport Forum, l’organizzazione intergovernativa all’interno del sistema OCSE che funge da think tank per le questioni di politica dei trasporti e organizza il vertice globale annuale dei ministri dei trasporti. Condividiamo la notizia.

Genova – È possibile che gli effetti della pandemia si facciano sentire nei prossimi anni, determinando un tasso di crescita più lento rispetto alle proiezioni fatte prima dell’apparizione del Covid-19. Lo prevede l’ITF Transport Outlook 2021, un’analisi che stima che il tasso di crescita annuale del trasporto merci tra il 2015 e il 2050 si adeguerà al ribasso al 2,7% dal 3,4% previsto nell’analisi pubblicata nel 2019. «L’attività delle merci è diminuita del 4 % nel 2020 rispetto ai dati dell’anno precedente nella simulazione ITF», si legge nel documento.

I tre scenari
Il rapporto ITF propone uno schema di ripresa dalla pandemia a tre vie: Recover, Reform e Reform+. Negli scenari Reform e Reform+, la combinazione della sostituzione dei combustibili fossili, sommata alla regionalizzazione del commercio e a un aumento della stampa 3D (relativa ai pezzi di ricambio) ridurrebbe il tasso di crescita annuale al 2,1%.

Di questa combinazione di fattori, la diminuzione del consumo di combustibili fossili è la componente con il maggior impatto sui flussi di trasporto merci. Nel 2015, il trasporto di combustibili fossili ha rappresentato il 29% di tutte le attività internazionali. Entro il 2050, afferma il rapporto, la quota di mercato dovrebbe scendere al 17% nello scenario Recovery e all’8% negli scenari Reform e Reform+. La regione più colpita sarebbe l’Europa, che dipende fortemente dall’importazione di combustibili fossili da altre aree del mondo, mentre altre regioni, come il Nord America, potrebbero vedere una crescita della loro attività di esportazione entro il 2050 nei tre scenari proposti.

Le forze in campo
I movimenti del mercato sono guidati da forze macroeconomiche opposte, ma rimangono relativamente flessibili quando si tratta di costi di spedizione. Tasse e aumenti salariali segnano l’aumento dei costi, ma se combinati con una migliore efficienza dei consumi energetici, migliori infrastrutture e tecnologie pulite, questi costi sono destinati a diminuire e si ottiene un equilibrio. Per gli scenari Recovery e Reform, l’attività di scambio sarà inferiore entro il 2050, ad eccezione delle esportazioni europee che beneficeranno dell’applicazione di tecnologie a basse emissioni di carbonio.

America Latina: boom delle importazioni
Per quanto riguarda le importazioni, queste vedranno i tassi di crescita più elevati nella regione dell’America Latina, insieme all’Asia e all’Africa subsahariana nei tre scenari proposti dal rapporto. Una decarbonizzazione più ambiziosa sarà responsabile di una crescita più lenta a causa della minore dipendenza dai combustibili fossili. Nei paesi OCSE anche il trasporto export vedrà una crescita nel periodo considerato dal rapporto, con un aumento delle esportazioni in Nord America (Stati Uniti e Canada). Da parte loro, i paesi non OCSE cresceranno a tassi previsti di oltre il 60%, ma solo perché hanno livelli iniziali molto bassi. L’Asia continuerà ad avere alti livelli di trasporto merci.

Il dominio del mare
Il trasporto marittimo continuerà a essere la modalità preferita per spostare merci in tutto il mondo anche nel 2050, grazie alla sua elevata capacità, all’accesso ai mercati globali, al basso costo e all’intensità relativamente bassa delle emissioni di carbonio (che dovrebbero continuare a diminuire): oltre il 70% delle tonnellate-chilometro totali sarà trasportata via mare secondo i tre scenari entro il 2050.