LIVORNO PORT CENTER | Il Barometro dei porti. Cosa fa la portualità internazionale per reagire alla crisi. Numero 1
Livorno Port Center is an educational center with an interactive multimedia lab, a library and a vessel showroom. Il Livorno Port Center è un centro educativo-espositivo con un laboratorio multimediale interattivo, una biblioteca ed un'esposizione di navi.
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Il Barometro dei porti. Cosa fa la portualità internazionale per reagire alla crisi. Numero 1

18 Mag Il Barometro dei porti. Cosa fa la portualità internazionale per reagire alla crisi. Numero 1

Sia a livello europeo (European Sea Ports Organization-ESPO, MedCruiseVilles et Ports-AIVP, Italian Cruise Day-La Casa dei Porti Crocieristici Italiani) che a livello mondiale (International Maritime Organization-IMO, International Chamber of Shipping-ICS, International Transport Workers’ Federation-ITF, International Association of Ports and Harbors-IAPH), le maggiori associazioni del mondo marittimo e portuale si sono attivate per cercare di fornire alle istituzioni europee e mondiali gli strumenti per reagire alla crisi.

I porti del sistema dell’Alto Tirreno stanno contribuendo in vario modo a questa attività, collaborando con le istituzioni locali e territoriali e con le associazioni internazionali stesse.

AdSP MTS ha creato una sezione dedicata nel proprio sito istituzionale (Osservatorio Covid-19), come del resto altre istituzioni omologhe e associazioni operanti nei vari settori della portualità.

Il Livorno Port Center, coerentemente alle proprie funzioni di centro di diffusione della cultura e delle attività marittimo-portuali, proporrà, nelle prossime settimane, aggiornamenti periodici sulla panoramica internazionale, con un focus particolare sull’interazione porto-città e sugli aspetti socio-economici presi in esame nelle newsletter delle diverse associazioni internazionali.”

Questa settimana, ci focalizziamo su ESPO e IAPH.

European Sea Ports Organization-ESPO continua la sua attività di lobby nei confronti delle maggiori istituzioni europee, veicolando richieste di feed-back da parte della Commissione Europea in merito alle misure che i terminals passeggeri pensano di adottare una volta che le misure di confinamento saranno tolte o alleggerite. L’Executive Committe ha proposto alla Commissione di proseguire con un approccio basato su due step: prima analizzare che cosa la “nuova normale” situazione richiederà per poi gettare le basi per una long-term policy nella quale il tema del clima dovrà essere fondamentale. Ecco il commento del Segretario di ESPO, Isabelle Ryckbost, sul tema:

«While the COVID-19 crisis is priority number one at EU political level, we should not forget about Europe’s Climate policy. As ESPO, we have given our full support to Europe’s climate ambition to be climate neutral by 2050. The proposed climate law which enshrines this Green Deal ambition is on the table in the Parliament and Council. In the meantime, the Commission is examining through impact assessments which CO2-reduction can be achieved in 2030: 50%? 55% reduction? In the Parliament’s environment committee, there seems to be movement to already set a 2030 target now as part of the new Climate Law and not to wait the Commission proposal which is due to come out in 2021. The “green recovery” idea, very much encouraged by Vice-President Timmermans is also at the centre of debates. I think that it is a sound principle to rebuild the economy in alignment with the Green Deal principles. But it will all depend on budgets. The EU budget discussions were already difficult before the corona crisis and the current health and economic crisis has made this debate a lot more difficult».

Inoltre, ESPO invita ad implementare il dropbox lanciato a  marzo 2020 che racchiude le disposizioni relative ai porti europei. Infine, prosegue a pubblicare settimanalmente interventi da parte di esperti del settore marittimo e portuale sull’emergenza COVID 19 e sui futuri scenari.

International Association of Ports and Harbors-IAPH. Sesta edizione nella settimana 19 (4-10 maggio) del IAPH-WPSP Port Economic Impact Barometer, sugli effetti economici che l’emergenza virus produce sui porti pubblicato sul World Ports COVID19 Information Portal, il portale internet[1] realizzato da IAPH sull’impatto che la pandemia Covid-19 ha sull’attività dei porti mondiali. Si ricorda che il World Ports Sustainable Program-WPSP è un programma istituito nel 2017 dall’IAPH con lo scopo di supportare i porti nei propri piani di sostenibilità delle operazioni portuali, che in questo periodo ha creato un’apposita Task Force composta da alcuni dei massimi esperti mondiali con l’obiettivo di informare e guidare le autorità e gli utenti portuali nell’affrontare la crisi sanitaria[2]. Tra i 67 porti che hanno partecipato al questionario di questa settimana, i porti europei continuano ad essere la prima regione per numero di risposte (42% del totale). La rilevazione ha riguardato, inoltre, circa il 19% del totale sono porti del Centro e del Sud Amarica e diversi i porti del Nord America (18% del totale), oltre ad alcuni porti del Medio Oriente, dell’Asia Centrale, dell’area Sud Este asiatica e dell’Africa. Fra i porti europei, anche l’AdSP MTS che ha fornito informazioni sull’andamento dei traffici dei porti del sistema. L’analisi effettuata riguarda l’impatto della crisi sul numero delle navi, le eventuali restrizioni alle navi, i ritardi dovuti ai cambiamenti procedurali nei porti, l’impatto della crisi nelle aree retrostanti e limitrofe, l’impatto sulla capacità di utilizzo delle aree incluso magazzini e attività di distribuzione e l’impatto sulla disponibilità di lavoratori connessi alle attività portuali.

Dal momento che il 4 maggio ha preso il via la fase 2 in molti paesi dei porti che hanno partecipato al sondaggio, come ha segnalato il Professor Thanos Pallis, co-autore del Report, dalla scorsa settimana sono iniziati dei focus sulle varie regioni del mondo, partendo dai paesi europei per arrivare questa settimana ai porti latinoamericani.

Il dato più significativo che emerge dal sesto numero del Barometer a livello generale, è una grande oscillazione tra una over-capacity ed una sottoutilizzazione delle aree di stoccaggio. Inoltre, nelle prossime settimane i porti dovranno far fronte anche alla scarsità di posti in banchina. Altro dato significativo è che la maggior parte dei porti latinoamericani hanno subito ritardi dalle connessioni con l’entroterra e dalla diminuzione della forza lavoro dei dockers e dei trasportatori.

Alcuni ritardi nelle procedure sono segnalati comunque un po’ da tutti i port mentre non ci sono state ulteriori limitazioni per le navi cargo e le navi da crociere sono ricevute in alcuni porti con specifici COVID-19 safe corridors. Dal punto di vista intermodale, non solo i porti latinoamericani ma anche altri porti segnalano complicazioni per transiti cross-border.

Nelle ultime tre settimane, la maggior parte dei porti asiatici sono tornati alla normale attività, aumentando soprattutto nel traffico interno. Tuttavia, i porti cinesi segnalano ad inizio maggio una diminuzione generale del 7,3% rispetto allo scorso anno. Il Professor Theo Notteboom, co-autore assieme a Thanos Pallis dell’analisi, commenta:

«With global container volumes down overall between 8-10% and imports from Asia down between 10-15%, European and North American businesses are operating on survival mode to preserve cash, retaining existing stocks and where possible, deploying suspension or detention of transit requests for goods already on their way. We expect the main impact on Western ports in May and June as the blank sailings in the container sector peak».

Un altro dato significativo è che alcune delle compagnie che portano container hanno cominciato a chiedere banchine per stoccare la merce che alcuni spedizionieri anche bloccato (suspension of transit-SOT), soprattutto per merce dall’Asia verso l’Europa e le Americhe. Ecco un commento di Thanos Pallis:

«The general loss of cargo for containers is probably less evident than expected, as April has closed with negative year-on-year figures that are much better than initially forecasted. The decrease in the number of container vessels is not always directly related to the COVID 19 crisis. Some report on the increase in blank sailings, mainly on the Europe-Far East routes, for others there are no more blank sailings registered but total calls are still down some 20% with respect to a normal fully operational week. Regional feeders in substitution of calls by mega vessels are working well, but shippers do not always welcome the longer transit times associated with transshipment».

C’è poi stata una generale diminuzione dei porti che impongono misure restrittive: 9 porti su 10 non impongono misure né sul traffico contenitori né su quello commerciale in generale, mentre l’80% dei porti che hanno risposto non hanno imposto restrizioni aggiuntive in materia di traffico passeggeri (comparato al 69% della scorsa settimana ed al 44% della precedente).

Patrick Verhoeven, General Secretary di IAPH, in occasione della pubblicazione del numero 6 del Barometro ricorda che è online anche una versione aggiornata del documento guida per i porti che la Task Force WPSP-IAPH COVID19 sta predisponendo (https://sustainableworldports.org/world-ports-sustainability-program-sets-up-covid19-task-force/):

«In the spirit of international collaboration that drives the World Ports Sustainability Program, the Task Force and Information Portal have been set up to help ports worldwide handle the immense challenges they are all facing with the global COVID19 outbreak. Using the simplified format of five frequently-asked questions, we will provide guidance on current best practices, the industry’s collective recommendations to governments as well as regularly updated, useful information».

Tessa Major, responsabile della Task Force WPSP-IAPH COVID19, spiega che:

«This edition of the guidance on ports’ response to the corona virus pandemic is structured along a three-layered approach, to present a methodology and a range of good practices for potential use regarding 1) immediate measures addressing port operations, governance and communication, 2) measures to protect the business and financial returns, and 3) measures to support customers and supply chain stakeholders. The document is continuously evolving, and we anticipate an updated version next week based on input from the Task Force during our weekly conference call».

Inoltre, IAPH ha annunciato recentemente che il primo World Ports Sustainability Report è stato pubblicato online[3]. Il Report presenta i progressi che i porti stanno facendo riguardo alle sfide della sostenibilità espresse nel World Ports Sustainability Program (WPSP), lanciato due anni fa da IAPH[4]. Il dato più significativo che emerge dal rapporto è che community outreach e port-city dialogue sono tra i temi più importanti da affrontare, secondo la risposta di molti porti che hanno partecipato al Report.

Infine, IAPH ha dato il via a partire dal 15 maggio ad una serie di webinar gratuiti per analizzare gli impatti del Covid-19 sui porti a sulla supply chain durante i quali esperti del settore, come per esempio Kitack Lim, (IMO Secretary General), Gene Seroka (Executive Director Port of Los Angeles) e Noura Al Dhaheri (CEO MAQTA Gateway/Abu Dhabi Ports), discuteranno degli sviluppi della situazione in ambito marittimo e portuale.